Se è vero che i sequel e i remake di film che non necessitano né dell’uno né dell’altro sono all’ordine del giorno a Hollywood, non poteva mancare il progetto di realizzare Blair Witch Project 3.
Uscito nel 1999, The Blair Witch Project fu preceduto da una campagna pubblicitaria che, spacciando il film per vero, garantì incassi per circa un milione e mezzo di dollari, laddove il budget si aggirava sui 60mila dollari.
Già nel 2009 si era pensato a un sequel del primo capitolo, indipendente dal secondo e deludente BW2 – Il libro segreto delle streghe, un flop colossale che nulla aveva dell’originalità del primo film, che, in realtà, riprendeva la tecnica del mockumentary adottata da Ruggero Deodato nel violento e contestatissimo Cannibal Holocaust.
Di recente Eduardo Sánchez, co-regista con Daniel Myrick del film del 1999, in un’intervista a “Dread Central”, ha dichiarato che con Lionsgate si è ripreso a parlare del terzo capitolo della serie. La produzione dovrebbe iniziare entro il 2017.
Si tratterà, però, di un film che riprenderà gli eventi di The Blair Witch Project, ignorando tutto quello che accadeva ne Il libro segreto delle streghe, che, come ha detto lo stesso Sánchez, ruotava piuttosto attorno alla mitologia del film, mescolando realtà e finzione.
Eduardo Sánchez ha detto che un terzo film è “inevitabile”, anche se pensare a un sequel quindici anni dopo un film il cui successo era legato a un’intelligente operazione di marketing, potrebbe sembrare un vero e proprio azzardo. Eppure, stando a queste notizie, pare proprio che a Hollywood la minestra riscaldata sia ancora buona.
The Blair Witch Project utilizzava l’alchimia di una serie di materiale video ritrovato e realizzato da tre studenti universitari, che si erano avventurati nei boschi del villaggio di Blair per indagare sulla leggenda di una strega vissuta lì verso la fine del Settecento, rea della scomparsa e della violenza su alcuni bambini. Le riprese dilettantesche servivano per rendere più credibile un’operazione che di vero aveva ben poco. Ciò però non impedì al film di aggiudicarsi il Premio dei giovani al miglior film straniero al Festival di Cannes, l’Independent Spirit Awards 2000 come miglior film d’esordio ma anche il Razzie Awards a Heather Donahue come peggior attrice protagonista.
Fare di meglio – o di peggio – sarà veramente difficile.
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