Il papilloma al seno è un problema di cui si parla poco, ma che è importante conoscere. Ecco i sintomi e come agire in caso di diagnosi.
Fare prevenzione rappresenta lo strumento migliore per essere in salute ed, eventualmente, individuare patologie allo stadio iniziale così da aumentare le possibilità di guarigione. Le donne sono certamente più lige in questo, rispetto agli uomini, e sono tante infatti a sottoporsi a controlli almeno annuali presso il ginecologo di fiducia.
Altrettanto determinante è sottoporsi a cadenza periodica (in questo aiutano gli screening organizzati da varie Regioni) a ecografia e mammografia, fondamentali per individuare patologie alla mammella. Con tali controlli si possono individuare altri problemi che meritano la giusta attenzione, tra cui c’è il papilloma al seno, di cui si parla però troppo poco.
Le patologie che possono essere legate alla mammella sono diverse, ma nella maggior parte dei casi ci si sofferma sul tumore, che è certamente la più grave, se non l’unica. Tra queste possiamo segnalare il papilloma al seno, che è di tipo benigno e può originarsi nei dotti lattiferi, in genere nelle più giovani.
Consiste nella formazione di una massa, che è comunque piuttosto ridotta, per questo anche chi è solito effettuare l’autopalpazione ogni mese, come sarebbe giusto fare, può faticare a individuarla. Anzi, in alcuni casi non è detto che sia riscontrabile anche attraverso la mammografia, se è di pochi millimetri.
Non ci sono ancora molte certezze sulle cause, ma spesso è da addebitare ai cambiamenti ormonali, che possono avere ripercussioni differenti nella vita di una donna (è più comune tra i 30 e i 50 anni). È comunque bene tenere in considerazione quali possono essere i fattori di rischio, che dovrebbero spingere a fare controlli più frequenti presso un senologo, ovvero la storia familiare di papillomi o il precedente sviluppo di papillomi.
Conoscere quali possono essere i sintomi da ricondurre al problema è ovviamente importante, tra questi segnaliamo:
A questi può associarsi uno dei segnali che desta maggiore preoccupazione, ovvero la fuoriuscita di liquido dal capezzolo, in alcuni casi anche sangue. Parlarne con un medico in quest’ultimo caso è fondamentale, questo potrà servire a effettuare esami per avere una diagnosi precisa ed escludere la possibilità che possa essere legato a un cancro.
Una volta segnalato il problema al medico, è necessario capire se si tratti davvero di un papilloma al seno o di altro, che può riguardare la ghiandola. In casi simili si deve effettuare una ecografia o una mammografia (in molti casi entrambe, così da avere una diagnosi precisa), oltre a un esame citologico del liquido che fuoriesce dal capezzolo.
Qualora fossero necessari ulteriori approfondimenti, si può optare per una duttografia, che prevede l’introduzione di un catetere nel dotto, cosa che in alcuni casi può essere dolorosa se l’organo è più sensibile.
Se la massa risulta essere di piccole dimensioni e asintomatica, si può optare per tenerla sotto controllo, attraverso visite regolari così da verificare eventuali cambiamenti. Qualora invece tenda a ingrandirsi o generi sintomi fastidiosi, può essere ideale la rimozione chirurgica, che porta al massimo ad asportare l’area interessata.
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