Anche voi avete paura dell’Alzheimer e vorreste imparare a prevenirlo? Ecco dei segni evidenti e preoccupanti di questa malattia
Ancora non si sa molto riguardo a questa malattia, tanto è vero che si continua a studiare e la ricerca di tutto il mondo non smette di avanzare ipotesi che potrebbero essere o rappresentare la chiave di volta per trovare la soluzione o rimedio all’Alzheimer: ovvero mettere in atto un’efficace metodo di prevenzione. Proprio di prevenire si tratta, perché l’Alzheimer quando colpisce non perdona e fa entrare chi ne soffre in una spirale discendente da cui non sembra esserci alcuna via di scampo.
Tantissime persone hanno già da tempo sperimentato o si sono trovate a contatto o hanno visto le persone care venire cadere vittime di questa grave malattia che colpisce il sistema nervoso. Questo nemico è silente il più delle volte, quindi quando attacca non si vede, agisce in completa autonomia.
Spesso, quando si manifestano i primi sintomi, questi per errore o mancanza di conoscenza, vengono sottovalutati o scambiati per qualcos’altro. Per cui diventa anche estremamente difficile riuscire ad individuare l’origine e la sintomatologia di questa malattia. Ma ora sembra ci siano delle nuove scoperte all’orizzonte.
Come abbiamo accennato, può essere alquanto difficoltoso riuscire ad individuare i segni evidenti dell’Alzheimer, proprio perché spesso questa malattia viene confusa con altri disturbi o manifestazioni non preoccupanti, con dei disturbi passeggeri, stanchezza, avanzare dell’età etc. Invece la patologia neuro degenerativa che tutti noi temiamo in questo secolo sta avanzando sempre di più.
L’imperativo più importante è prevenire e questo è proprio quello che ci suggerisce la medicina con le voci degli esperti che si raccomandano di segnalare e di non sottovalutare i sintomi preoccupanti. Secondo gli scienziati sembra che l’atrofia corticale posteriore con un indice del novanta per cento o anche di più, sia in grado di predire la presenza della malattia.
In questi casi, la particolarità scoperta dagli esperti è stata quella di riscontrare che i pazienti non presentavano i classici disturbi legati al ricordo, ma di ragionamento, di calcolo e visivi. Non riuscivano infatti a gestire il loro spazio, a comprendere bene, svolgere azioni normali legate al moto per problemi alla vista. Le persone inoltre avevano difficoltà a parlare e di percezione della realtà intorno a loro.
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